Nel giorno dell’approvazione del bilancio consuntivo 2013 (quello lasciato in eredità dalla precedente giunta che non riuscì a farlo approvare), il sindaco Biffoni si è presentato in piazza Mercatale per confrontarsi con i residenti del centro storico accompagnato da mezza giunta.
“Movida” sì, “movida” no
Incontro sulla “movida” e sui problemi estivi del centro storico che ha sortito un effetto ben preciso su entrambi i fronti: lato residenti è servito per sfogarsi e far presente che il centro pieno di gente, musica ad alto volume, prostitute, spacciatori e maleducati fino all’alba è invivibile. Lato Comune invece per chiarire che la gente e i locali servono ma, certo, ci son delle regole da rispettare e quelle regole bisognerà farle rispettare. O comunque provarci.
In realtà, come c’era da immaginarsi, di ricette sindaco e assessori presenti non ne hanno tirate fuori. E dopo un inizio che ha fatto temere la vittoria della caciara sulla discussione costruttiva, con una straordinaria richiesta di spostare i locali da via Garibaldi in qualche altra strada (facendo coniare al caposervizio della Nazione Piero Ceccatelli il termine “movida democratica”), Biffoni ha spiegato come la vede lui: “Questo è un problema che per esempio hanno avuto anche a Firenze e alla fine è stato risolto – ha cominciato – la nostra idea è quella di mantenere il centro vivo con un’offerta intelligente ed educata. Lo sforzo che dobbiamo fare tutti non è nel far prevalere le ragioni dei residenti o quelle dei commercianti. Se vogliamo una città moderna dobbiamo riuscire a tenere insieme e a gestire tutte le esigenze con un patto civile tra residenti e gestori dei locali nel rispetto dei regolamenti”. Il che probabilmente significa “stewart” fuori dai locali per disincentivare il chiasso, pulizia nelle zone vicine ai locali a carico di quest’ultimi (ognuno pulisce fuori dal proprio uscio) e applicazione del regolamento sullo stop dei concerti e della musica a mezzanotte.
Nota a margine: probabilmente, al tavolo del dibattito, oltre agli assessori e ai rappresentanti di Ali e Confesercenti, avrebbero dovuto sedersi anche coloro che gli eventi li organizzano o più semplicemente quelli che gestiscono i locali “colpevoli” di non far dormire i residenti.
La metafora del Full
Il suo intervento e la sua metafora del centro come sala da ballo ha riscosso un gran successo. Il Full, storico buttafuori e consulente per la sicurezza nei locali (mi si perdoni la rozza abbreviazione) lo conoscono tutti i frequentatori di locali pratesi e non. “Consideriamo il centro di Prato come una sala da ballo malfamata – ha iniziato – le prostitute, il take away di sostanze stupefacenti, parcheggiatori abusivi da tutte le parti. Finchè un locale è malfamato non riuscirà mai ad attrare persone perbene. Allora prima bisogna mettere in sicurezza il locale e poi organizzare eventi e serate per attrarre le persone che vogliamo lo frequentino. Per fare questo, cari politici e sindacalisti, dovete ascoltare anche gli operatori del settore di cui Prato è ricca”.
Mobilità
Interessanti anche gli interventi degli assessori Valerio Barberis (urbanistica, centro storico) e Filippo Alessi (mobilità, ambiente), dai quali ci è parso di intravedere qualche idea. Soprattutto sul parcheggio selvaggio in centro storico: “Non importa se i varchi elettronici non sono in funzione, la Ztl rimane la stessa e i pratesi devono rendersene conto – ha spiega Alessi – E adesso solleciterò la municipale perché riprenda i controlli come si deve”. E sulla mobilità in generale: “Stiamo studiando modi per ripensare la mobilità in generale – ha spiegato Barberis – che permetta cioè a uno come me, che abita di là dal Bisenzio, di venire a lavorare o a divertirsi in centro senza dover prendere l’auto”.
Il settembre pratese
Il sindaco Biffoni la vede male, nel senso che i problemi degli anni scorsi, con migliaia di persone che si accalcano in piazza mercatale fino a tardi, si ripresenteranno anche quest’anno. “Fin da ora vi dico che sarà un casino – ha esordito il sindaco – Il prossimo anno proveremo a organizzare gli eventi in tutto il centro storico e anche nella periferia, perché mi piacerebbe che il “Settembre Pratese” fosse la festa di tutta la città, ma per quest’anno stiamo cercando di rendere meno difficile la manifestazione coordinandoci con municipale e polizia.
Laconico e surreale l’intervento dal pubblico che ha fatto capire a tutti l’imminente conclusione della serata. “La verità è che prima si lavorava tanto e la sera s’andava a letto presto”. Amen.