Prato conquista il primo posto a livello nazionale per il numero di imprese culturali femminili, con un incidenza del 20% sul totale delle imprese femminili che operano nella provincia. Sono quindi le donne ad aver intuito per prime le potenzialità di questo campo di attività, che a Prato avrebbe interessanti spazi di crescita.
Il comparto culturale muove il 15,3% del valore aggiunto nazionale, equivalente a 214 miliardi di euro. Un dato comprensivo del valore prodotto dalle industrie culturali e creative, ma anche da quella parte dell’economia nazionale che viene attivata dalla cultura, il turismo innanzitutto. È quanto emerge dal Rapporto 2014 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere, presentato ieri a Roma.
Secondo il rapporto Symbola a Prato l’incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo culturale sull’economia del territorio è pari al 3,9%; una percentuale di incidenza che ci pone al 75esimo posto della classifica nazionale.
A Prato le imprese culturali secondo la classificazione di Symbola sono il 5,9%. Siamo invece al 32esimo posto per incidenza dell’occupazione del sistema produttivo culturale. In entrambi i casi le province toscane sono presenti nella “top ten”: Arezzo, Firenze e Pisa svettano nelle prime posizioni della classifica nazionale.
“In Toscana le industrie culturali rivestono una grande importanza, la nostra area deve riuscire a sviluppare maggiormente questo settore, che genera ricchezza e che allo stesso tempo aiuta a valorizzare il territorio – dice Luca Giusti, presidente della Camera di Commercio di Prato – E’ un segnale interessante che proprio le donne siano state le prime a capire le potenzialità di questo settore, dobbiamo rafforzare le esperienze in atto per riuscire a far crescere il settore in tutta la provincia”.
Cosa sono le imprese culturali? Sono classificate in 4 macro settori: industrie culturali propriamente dette (film, video, mass-media, videogiochi e software, musica, libri e stampa), industrie creative (architettura, comunicazione e branding, artigianato, design e produzione di stile), patrimonio storico-artistico architettonico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici), e performing art e arti visive (rappresentazioni artistiche, divertimento, convegni e fiere).