Una doppietta per Neymar, Robben e Van Persie. Addirittura tripletta per Benzema e Muller. “Solo” un goal ma decisivo per Balotelli e Messi. Non c’è che dire, il mondiale è iniziato col botto, le stelle della vigilia, gli attaccanti più attesi delle squadre candidate alla vittoria finale, non si sono fatti attendere, accendendo subito le polveri al torneo.
In particolare Messi pare essersi liberato della maledizione che sembrava attanagliarlo, siglando la sua prima rete nel torneo alla terza partecipazione a un mondiale. Rete che sembra tanto più di buon auspicio visto che è stata messa a segno nel tempio calcistico del Maracanà, dove si disputerà la finale.
Non hanno segnato reti gli “anzianotti” africani Drogba (ma il suo ingresso in campo ha ribaltato in solo tre minuti l’esito della partita per un’ottima Costa d’Avorio) ed Eto’o (sconfitto col suo Camerun). A secco, a parte il rigore, anche l’attesissimo Cavani (e speriamo che non si accenda proprio contro gli azzurri) il cui Uruguay, con lo spauracchio Suarez ancora out, ha rimediato un’inattesa sconfitta all’esordio contro la sorprendente Costarica.
Stendendo un velo pietoso sulla Spagna, che potrà solo fare meglio di quanto fatto vedere all’esordio, nell’attesa di vedere all’opera il Belgio (che tutti pronosticano come sorpresa del torneo) il vero nome che manca all’appello è quello del Pallone d’Oro.
Cristiano Ronaldo, ormai ribattezzato CR7 (manco fosse uno scooter), ha “cannato” di brutto il suo esordio al mondiale, rimediando quattro sberle da una Germania che sapevamo essere forte, ma sinceramente, non immaginavamo fino a questo punto.
La capacità di programmare della federazione tedesca, l’intelligenza di dare fiducia a un bravo allenatore come Low, il coraggio di proporre una nazionale multietnica, rompendo ogni tabù di una storia morta e sepolta, fanno capire che si può anche giocare senza un centravanti (cosa che il Portogallo fa regolarmente, ma non per scelta) se si ha perlomeno un ottimo portiere (che manca ai Portoghesi da sempre, se si esclude la parentesi Vitor Baia) e un gioco corale.
Cose che difettano da sempre al Portogallo, così come è mancato all’esordio la tartaruga addominale più esibita – in maniera per altro gratuita e offensiva della dignità del corpo dell’uomo normale – della società occidentale, limitandosi a due-tre punizioni da posizione alquanto ambiziosa, tenuto conto che in porta c’era Neuer*.
Un bel bagno di umiltà per i lusitani (che hanno peraltro colto la qualificazione last minute, vincendo lo spareggio contro la Svezia di Ibra) e per il suo campione, forte e vanesio come pochi.
Provaci ancora CR7!
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P.S.: Almeno a Neuer, per ora, non abbiamo portato sfiga.