Da un po’ di tempo, non bastasse Curzio Maltese, si è affacciata sulle pagine di cinema di Repubblica, inviata da Cannes addirittura, Concita de Gregorio. Come dire: uno specialista MAI. La Concita con una spocchia unica liquida Godard come un vecchio ritardato e tratta l’ultimo Cronenberg come fosse un Ozpetek sulle dinamiche familiari, citando tra una recensione e l’altra il rapporto rigidamente maternalistico con la figlia adolescente come fosse fulcro di grande interesse per i lettori cinefili.
Ecco, se non vedrete mai l’ultimo capolavoro di Godard al cinema ed il 99 percento dei film di Cannes a parte Le Meraviglie che tanto le è piaciuto e tanto ci ha fracassato le gonadi, la colpa è anche un po’ sua e della medietà sempre più imperante della critica ufficiale. E mentre la Concita è pagata fior di quattrini per parlare di cose che non conosce (e c’è da ringraziare che ancora non abbia riletto in chiave pedagogico-moralista con pippone sui gggiovani lo spiacevole episodio della “topa meravigliosa” alla Loren del sempre fuori tempo e fuori luogo Ruffini) noi dobbiamo accontentarci anche questa settimana di robetta e scarti vari.
Cominciamo dai meno peggio: Cédric Klapisch, quello dell’Appartamento Spagnolo, continua a portare in giro il personaggio di Xavier Rousseau, quello dell’Appartamento Spagnolo, impersonato dal popolarissimo attore francese Romain Duris, quello dell’Appartamento Spagnolo, come fosse un Antoine Doinel belloccione e tenebroso. Ora considerando che a noi il cult generazionale L’Appartamento Spagnolo era già sembrato loffio e troppo ruffiano, questo ROMPICAPO A NEW YORK, terzo tempo di una ideale trilogia cittadina che nel tentativo di inseguire gli stilemi della commedia brillante non sempre è brillante, avrebbe pure poco senso di esistere. Certo vista la presenza della sempre graziosa e insopportabile Audrey Tautou e la confezione dignitosa resta tra i titoli più appetibili di una settimana più o meno nefasta.
LE WEEKEND è commedia sofisticata del regista di Notting Hill che si interroga – e fa interrogare una coppia di mezza età – sulla domanda: ha senso per un uomo e una donna restare insieme per sempre? A complicare la faccenda Parigi, con le sue mille sfaccettature cinematografiche e il terzo incomodo Jeff Goldbum, alto come un paralume parigino. Le coppie di mezza età gradiranno.
FEMEN – L’UCRAINA NON E’ IN VENDITA arriva un po’ in ritardo rispetto all’esplosione del fenomeno “Femen”, in tempo per i recenti fatti di sangue a Kiev e dintorni, che purtroppo rimangono a margine. Documentario piuttosto anonimo cinematograficamente, ma comunque interessante per approfondire il pensiero di queste belle fie russe femministe.
Cartoni animati brutti in arrivo. LA MELA E IL VERME è lo scarto estivo di turno, danese. Roba elementare come concept e grafica che avrebbe difficoltà a trovare collocazione nel palinsesto mattutino di Rai YoYo.
Lontano purtroppo dalla reinvenzione cinefila e incendiaria (nel senso tarantiniano del termine) di Raimi IL MAGICO MONDO DI OZ è ennesimo remake-sequel, questa volta animato, pieno di canzoni seriose e zuccherosissime. Non ci si può fare.
1303 è remake di un horror jappo a base di suicidi, spiriti e stanze di appartamento con numeri evocativi. C’è la ex bona, poi cicciotta poi di nuovo bona – magia dei personal trainer degli attori – Mischa Barton protagonista, ma il film è di una noia mortale e i balzi sulla sedia al minimo storico.