Uno dei pub più celebri di Prato raddoppia, e apre un nuovo locale in pieno centro storico, a due passi da piazza del Duomo. Aprirà mercoledì 18 giugno il “Camelot 3.0”, in via Santo Stefano, nei locali dell’ex Lochness. Una grande sfida per i gestori del Camelot, ora che il loro pub di Galcetello (che continuerà la sua normale gestione) sta per raggiungere la maggiore età dalla sua apertura, il 13 ottobre del 1996.
“Aprire un locale in centro ci è stato proposto più volte – raccontano i due soci storici del Camelot Enrico Bernardini e Luca Guerrini – ma abbiamo sempre rifiutato. Oggi, vuoi perché dopo 18 anni siamo alla ricerca di nuovi stimoli, vuoi perché la crisi ha anche abbassato i prezzi degli immobili, abbiamo scelto di fare questo triplo salto mortale, dato che abbiamo scelto un locale da far rivivere completamente, in una zona non molto attiva dal punto di vista della notturna”.
Un nuovo pub in cui la clientela troverà la solita atmosfera di Galceti, arricchita da 18 anni di esperienza: “siamo sempre stati attenti alla qualità dei prodotti che offriamo ai nostri clienti – dicono i gestori – fondamentalmente la nostra idea è sempre stata quella di vendere ciò che ci piace bere e mangiare a noi. In più faremo una selezione ancora più accurata dei distillati e birre: vogliamo diventare un punto di riferimento in centro per tutti quelli che hanno voglia di bere qualcosa di buono e ricercato”.
La filosofia del bancone. “La nostra è stata la prima generazione di gestori di locali a Prato che ha voluto impostare il proprio locale dando molta importanza al bancone: abbiamo discusso molto con l’architetto che realizzò il Camelot 18 anni fa, perché ci rimproverava che con un bancone come lo volevamo noi, si sarebbero persi dai 3 ai 5 tavoli per i clienti. La nostra è una clientela eterogenea, ma composta per la maggioranza da persone a cui piace stare al bancone, parlare con noi, confrontarsi su cosa stanno mangiando e bevendo, o comunque far festa. I locali che hanno esclusivamente il servizio al tavolo non ci piacciono”.
Un pregio ed un limite dell’avere un locale in centro storico oggi. “Il centro è sicuramente – ammettono Enrico e Luca – il luogo dove si spera ci sia la vita di una città, iniziative, eventi. E’ stato fatto tanto per renderlo un posto vivibile e sembra che la risposta da parte delle persone ci sia, e questo sicuramente è il pregio. Il difetto potrebbe essere la convivenza col vicinato, una cosa da gestire assieme a loro: noi ci prenderemo la responsabilità di questo. Sarà una cosa su cui staremo particolarmente attenti, anche perché in Galcetello non abbiamo questa questione da affrontare, dato l’isolamento del locale da i vicini”. Ma forse di limite ce n’è anche un altro, secondo i gestori del Camelot: “noi portiamo qui la nostra identità, quello che siamo stati al Camelot in questi anni saremo qui. Sarebbe bene che tutti i locali, soprattutto in questo periodo di aperture in centro, diventassero qualcosa, per costruirsi una propria identità: questo sicuramente farebbe lavorare bene tutti assieme”.