“Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto”. Tre capolavori di Sergio Leone che hanno rivoluzionato il cinema contemporaneo, oltre al genere western, tornano al cinema in una stupenda versione restaurata promossa dalla Cineteca di Bologna con il sostegno di Unipol Gruppo per il progetto Il Cinema Ritrovato.
In tre settimane si potranno vedere al cinema i tre film di Sergio Leone che sono passati alla storia come “La trilogia del dollaro”.
Ecco il calendario dell’uscita dei film nelle sale:
Per un pugno di dollari – dal 19 giugno
Per qualche dollaro in più – dal 3 luglio
Il buono, il brutto, il cattivo – dal 17 luglio
Le sale in cui verrà proiettato il film saranno pubblicate nei prossimi giorni su www.thespacecinema.it
In un certo senso, Sergio Leone sentiva che Hollywood non sapeva più creare la magia che lo aveva incantato da giovane. I western erano diventati troppo convenzionali e verbosi […]. Leone intuiva che le vecchie favole stavano svanendo e sentiva che “non sarebbe stato possibile rimpiazzarle”. Si poteva far rivivere l’incanto concentrandosi su dettagli convincenti, facendo uno sforzo per mantenere la favola il più possibile realistica, sottolineando l’imprevedibilità, accentuando “lo spettacolo” e creando un eroe in sintonia con i tempi. Ed era affascinato dal meccanismo che permette al cinema di proporsi come moderna forma di mito. Da Per un pugno di dollari in poi, Leone vuole farci credere alle sue favole e fa di tutto perché ciò avvenga, ma nel contempo non vuole che ci crediamo. Per prendere le distanze usa l’ironia, l’umorismo e la voce di un personaggio che dice “Mi sembra di giocare agli indiani”. Insomma, vuole avere tutto. […] Sergio Leone faceva film western ambientati in un’altra epoca e in un altro paese, in un passato insieme storicamente accurato e simile a un sogno. Invece di raccontarci le sue storie alla maniera hollywoodiana (come aveva imparato a fare), le abbelliva, trasformava la grammatica del film in una sorta di retorica e generalmente aveva nei confronti del western l’atteggiamento di un manierista alle prese con un soggetto biblico. Una delle caratteristiche salienti del western era il paesaggio, e Leone usò i paesaggi in maniera spiazzante, ora riempiendoli di faccioni ora distanziandosi per lasciarli sorprendentemente vuoti. Piuttosto che invocare i valori morali tradizionali del western, trasformò il genere in un muscoloso carnevale mediterraneo popolato da canaglie e da imbroglioni.
(Christopher Frayling)