La prestigiosa Orchestra sinfonica di Roma – considerata dalla critica internazionale una delle più qualificate formazioni sinfoniche europee – sta morendo. Da sempre gestita senza il minimo finanziamento pubblico, è rimasta stritolata dalla crisi economica, che non guarda in faccia nessuno, tantomeno la cultura. Nonostante i continui successi inanellati nel tempo, nonostante la bravura dei musicisti – tutti professori selezionati da sei concorsi internazionali ai quali hanno partecipato migliaia di candidati – e la sapiente conduzione del direttore artistico e musicale Francesco La Vecchia, infatti, la Fondazione Arts Academy – che l’ha creata – ha dichiarato di “dover cessare, con la conclusione della stagione in corso, l’attività dell’orchestra” per la “drastica riduzione dei contributi dall’unico soggetto finanziatore”, ossia la Fondazione Roma. Una doccia fredda, che ha scioccato 70 persone fra orchestrali e personale tecnico-amministrativo che da 12 anni vivono di e per l’Orchestra romana. Non solo: il direttore artistico – vista la situazione – ha deciso di abbandonare la nave in avaria e si è dimesso il 7 maggio scorso.
Ma i professori non ci stanno. Rivendicano l’importanza di questa realtà, che non solo ha rappresentato Roma in Italia e all’estero, ma si è anche distinta per l’impegno sociale nelle scuole e in numerose attività filantropiche, cuore della mission di Fondazione Roma. “Non sapevamo niente delle dinamiche e delle trattative intercorse fra l’azienda e il finanziatore – dichiarano – e siamo molto preoccupati. Ci auguriamo soltanto che si arrivi a una soluzione che garantisca il prosieguo dell’attività dell’Orchestra”. E per questo stanno organizzando petizioni e azioni di denuncia per sensibilizzare la cittadinanza e ottenerne il supporto e l’aiuto. “In questa drammatica situazione – aggiungono – vorremmo ringraziare il nostro pubblico per l’affetto che ci ha dimostrato in questi 12 anni di avventura e chiediamo solidarietà e sostegno per l’Orchestra Sinfonica di Roma, in attesa di una risoluzione delle future trattative che speriamo ci possano permettere di offrire ancora musica in questa città”.
Possibile che l’Italia permetta che un’eccellenza simile muoia così? Si tratta di orchestrali che si sono esibiti con maestria nelle più prestigiose Sale da Concerto del mondo riscuotendo ovunque straordinari successi . Da Berlino (Phylharmonie, Grosse Salle; 2 anni consecutivi) a Vienna (Musikverein Golden Salle); da New York (Carnagie Hall) a Londra (Royal Philarmonic – Cadogan Hall); passando per Washington (Kennedy Center) e Pechino (National Theatre). Poi ancora Philadelphia (Verizon Hall at Kimmer Center), Shanghai (Oriental Art Center), Sanpietroburgo (Sala Glazunov), Madrid (Teatro Nacional), Rio de Janeiro (Teatro Municipal), Salisburgo (Mozarteum), Bruxelles (Parlamento Europeo), Brasilia (Auditorium Nacional), Boston (Schubert Theater), Atene (Megaron Musiki), Belgrado (Sava Centar) e decine di altre città del mondo. Ci rendiamo conto? Investire nella cultura è investire in un futuro di qualità. Svegliamoci o non permettiamo che muoia l’Orchestra, non permettiamo che muoia l’Italia.
“Mi preme sottolineare che in questa situazione difficile –racconta a Pratosfera il maestro Andrea Camerino – stiamo ricevendo tantissimi attestati di solidarietà provenienti dalle più disparate realtà. Il nostro pubblico, cittadini indignati, musicisti di chiara fama, sono tanti a testimoniarci il loro affetto scrivendo lettere infuocate a tutte le più alte cariche dello Stato. Qualcuno ha scritto addirittura al Papa! Aiutateci anche voi a salvare l’Orchestra e… viva la Musica!”
Dunque cosa aspettiamo? Per far sentire il nostro diniego e aiutare questo tesoro made in Italy a vivere e progredire firmiamo subito la petizione… e condividiamo questo articolo con ogni mezzo. Sarà un piccolo grande gesto in nome della musica e del futuro della cultura italiana.