È molto più di un regalo quello che ci ha fatto Emilio Isgrò in occasione di Prato Contemporanea. Potremmo definirlo un monito e una catarsi al tempo stesso. Ci ha provocatoriamente cancellato Curzio Malaparte e i toscani più illustri, per poi riportarli alla ribalta. Ma quanti di noi hanno gridato allo scandalo? Hanno pensato che si trattasse di una trovata quasi offensiva? Che tutto avrebbe potuto cancellare all’infuori dei grandi della nostra tradizione? Lo scetticismo iniziale ci avrebbe potuto far dubitare della buona fede di questa operazione, ma l’emozionante performance al Teatro Metastasio ha cancellato ogni perplessità.
Ripercorriamo lo sviluppo della riflessione del maestro Isgrò nella giornata del 17 maggio.
“Le api di Lipari”. Con il video d’arte prodotto dal Centro Pecci, Isgrò ci proietta nel tema dell’esilio, dell’opposizione, dell’intellettuale scomodo che lotta per la libertà, pur rischiando in prima persona. Il simbolo della resistenza sono la api, coloro che contribuiscono alla costruzione dell’alveare con dedizione e pazienza. E il vento, loro alleato, le culla e le traghetta.
“Ogni paese ha il suo vento, ogni terra si riconosce al modo come respira. […] Anche la Toscana ha il suo modo di respirare, assai diverso da quello della Liguria, dell’Emilia, della Romagna, dell’Umbria, del Lazio, che le fanno siepe intorno. Ma dire diverso è poco: si dovrebbe dire contrario. Ed è lo stesso modo col quale respirano i suoi abitanti, le sue pietre, le sue piante, i suoi fiumi, il suo mare”.
Maledetti Toscani
La Toscana possiede un vento “contrario”. Non allineato. Opposto, così come il respiro dei suoi abitanti, così come Malaparte.
“Ritratti incancellabili”: La mostra a Palazzo Pretorio ci ha ricordato che se vogliamo uscire da questo periodo storico fatto di difficoltà e di ostacoli, dobbiamo ripartire dalla nostra Storia, dai toscani illustri che hanno reso grande il nostro paese. Malaparte rientra in questo percorso, come illustre pratese incancellabile, come detentore di un grande patrimonio di valori e di idee.
“La pelle scorticata”: Il vento e la api ritornano nella performance teatrale al teatro Metastasio e rivelano la loro portata allegorica. Malaparte confinato nell’“isola delle api” (per questo infatti è famosa Lipari) non va lì per cercare il miele, il cibo degli dei, bensì cerca Eolo, il re dei venti: dello Zefiro e del Libeccio, dello Scirocco e del Tramontano. Da Nord a Sud, da Est a Ovest, queste ventate di pensiero Malaparte le ha sperimentate tutte. Come un “Ulisse del Novecento”, così lo ha definito Luconi in conferenza stampa, ha navigato spinto dai venti più svariati, alla ricerca della verità e della libertà. È proprio questo desiderio che Isgrò ha voluto far rinascere in noi, questa sete di conoscenza e questa forza d’animo. Il momento più emozionante della performance è stato il grido d’incoraggiamento: “Si rimette bene, Italia!” E noi spettatori ci abbiamo creduto, ci siamo abbandonati a questa promessa. La regia di Massimo Luconi ha fatto il resto, il quale, con la sua passione per lo scrittore, ha contribuito alla creazione della poesia.
Non possiamo non ringraziare un grande artista e maestro che si è fatto in quattro, o forse dovremmo dire in tre, per far comprendere a noi, maledetti pratesi, che Malaparte è molto più di un cantore delle gesta toscane, più di un voltagabbana o di un vanesio. Malaparte è “Ulisse e Cristo insieme”, un ricercatore della verità e un suo annunciatore. Dicevo che Isgrò ci ha fatto un regalo: è venuto a Prato a ricordarci quanto valiamo, quanto vale la nostra Storia e quanto valgono i suoi protagonisti.
Chiara Mannocci