Massimo Mantellini, uno dei blogger più noti d’Italia (Mantelblog, @mante), nei giorni scorsi si è scagliato contro la nomina del pratese Antonello Giacomelli a sottosegretario alle Telecomunicazioni del Governo Renzi. Lo ha fatto prima di tutto con questo tweet:
Senza giro di parole: le deleghe per il digitale del governo Renzi sono state affidate ad un incompetente http://t.co/XrQwZJcIyJ
— massimo mantellini (@mante) 7 Maggio 2014
Per spiegare la propria posizione (Mantellini scrive di internet su diversi quotidiani online e cartacei) ha scritto un articolo su ilPost dal titolo “Il Metodo Giacomelli“.
Un articolo dove chiarisce che il problema non sono Giacomelli e le sue buone intenzioni, quando piuttosto il metodo che lo ha portato a quelle deleghe. Un metodo che Mantellini dice guarda ad un uomo di centro e possibilmente a un giornalista come candidato perfetto per non indispettire nessuno. Il classico giro di poltrone che secondo Mantellini si risolverebbe in un completo fallimento perché tralascia una cosa importante, anzi fondamentale: internet.
“Il metodo Giacomelli è, in altre parole, il segno di un duplice fallimento – si legge nell’articolo – Il fallimento delle intenzioni e degli slogan di Matteo Renzi sui criteri alti di selezione della classe politica. […] Il secondo fallimento, perfino più fragoroso del primo, è quello di continuare a non comprendere che guardare alle TLC (Telecomunicazioni ndr) solo come usuale luogo di controllo e mediazione del potere televisivo è davvero un’analisi dello scenario di assoluta retroguardia.”
Leggi tutto l’articolo11 maggio
Sul Post, la risposta del sottosegretario Giacomelli porta questo titolo: “Tecnici o politici, per internet?”.
Giacomelli, dopo essersi identificato come giornalista, politico e in passato democristiano, affronta l’argomento da un punto di vista preciso e si fa questa domanda: “Regolare il rapporto tra i principi e gli interessi in gioco dei diversi soggetti, gli utenti, gli OTT, i broadcaster, i produttori, i governi, le culture e le comunità, è un compito tecnico o politico?”
Secondo il sottosegretario, dopo i governi dei tecnici e quello cui hanno portato i governi tecnici, occorre che sia la politica a guidare (quella di Renzi e quella che Renzi ha intenzione di fare) questa complessità. E invita Mantellini a confrontarsi punto per punto, in futuro, sulle scelte che verranno fatte dal Governo su questo tema.
In calce, Mantellini ribadisce però che il suo era un attacco al “modo” in cui vengono scelte le persone, logiche che finora, almeno per le Telecomunicazioni, hanno finito sempre per sfavorire i cittadini e tutelare la conservazione. E conclude invitando il sottosegretario a non credere a chi gli dice che la neutralità della rete è un valore negoziabile.