Si passa di fronte all’edicola e si salgono le scale che portano alla pensilina, ma invece di fermarsi ad aspettare il treno si risalgono i binari in direzione Firenze per venti, trenta metri. E’ qui che la maggior parte dei tossici che ogni giorno invadono il centro storico di Prato viene a farsi. Dalle 8,30 della mattina fino a sera: il viavai è continuo, la privacy assicurata nel fortino dei tossici in centro storico.

Chiuso con le inferriate il parcheggio del Serraglio, abbandonati i giardini della Passerella dopo il battage anti degrado sui giornali, i tossici che frenquentano il centro si sono trovati un luogo appartato, dove nessuno dà loro fastidio, proprio a due passi da tutto il resto. Così il giro dell’eroina può continuare a risolversi nel raggio di trecento metri dalla stazione.

Il boschetto

Loro lo chiamano “il boschetto”, perché è quello che è: un fitto reticolo di alberi cresciuti in modo spontaneo lungo i binari. A ben guardare, una strana legge del contrappasso ha voluto che la casa del buco in centro storico sia in realtà un bastione delle antiche mura di Prato. Abbandonato e cadente, dimenticato. Qui ti buchi, fumi quello che devi fumare e puoi aspettare tranquillamente di riprenderti senza il timore che qualcuno venga a darti fastidio. “Perché l’eroina dev’essere anche un momento di felicità – ti dicono – è in questo modo che troviamo questi posti, dove ci lasciano in pace”.

boschetto_1Il boschetto è più di un angolo dimenticato del centro storico a cui è stata data una nuova funzione, per quanto degradante. E’ un luogo organizzato, dove si pratica una forma di solidarietà originale e dove si può trovare di tutto. Dal tossico storico che vi arriva arrancando per consumare la propria dose al ragazzino che passa di qua

per fumarsi cocaina. Pratesi di tutte le età, pendolari di ogni provenienza.

Al livello dei binari, tra arbusti e terra nuda, ci sono i rifiuti classici che i tossici si lasciano dietro, ma anche giornali, vaschette di plastica vuote, buste della spesa, bottiglie di succhi di frutta, bucce di banana. Le siringhe sono state piantate accuratamente sui rami e sui tronchi degli alberi e quando vi arriviamo, appesa ad un ramo, c’è anche una giacca color crema. Lasciata da chi ha passato la notte proprio lì, e magari è andato a farsi un giro, prima di riprendere il treno e la giacca.

Poi si scende dabbasso, quasi al livello della strada. E’ un antro scuro, con le pareti di terra, dove è stato ricavato anche un posto per sedersi. Trai rifiuti, un ragazzo con un cappellino sta preparando la stagnola per fumarsi qualcosa. Chiede un accendino. La riscalda, e poi scompare di nuovo al piano terra.

Arriva un uomo vestito di grigio, avrà quarant’anni, italiano. Saluta, si apparta in un angolo, comincia a prepararsi da fumare. Eroina.

La ciclabile e lungobisenzio

ciclabiletossici_1Il Bisenzio, i suoi argini e quindi anche la pista ciclabile, sono luoghi privilegiati. C’è acqua, sono tutto sommato appartati perché non si vedono dalla strada, sono vicini allo spaccio. Fino a qualche tempo fa la zona intorno ai giardini della Passerella era la preferita, adesso le cose sono cambiate. Si è spostato tutto di una cinquantina di metri. Poco oltre la Passerella, in linea d’aria, quando la ciclabile risale al livello di viale Galilei superato il sottopasso del Serraglio, c’è un’area di sosta: sedute circolari in pietra, fontanello dell’acqua. Ad ogni ora del giorno e anche della notte, la zona è presidiata da qualcuno. Tossici o nonni con nipoti al seguito che siano.

Quando ci arriviamo, un sabato pomeriggio intorno alle 16, sono in tre. Due stanno cucinando, un uomo e una donna in là con l’età, le facce scavate, lo sguardo sospettoso. Il terzo, un uomo di nemmeno 30 anni, si sta preparando una dose di cocaina. E’ vestito con capi firmati, ha la barba curata e dopo aver tirato su il suo viso si allarga in un sorriso soddisfatto.

Ma tutto l’argine del Bisenzio che va dalla Passerella al ponte Mercatale, su entrambi i lati ma soprattutto quello opposto al centro storico, è meta dei tossici e delle loro attività. Si attraversa la Passerella e poi si scende a livello dell’acqua, nell’erba, tra le piante, dove si può trovare tranquillità e riparo.
bisenzio

Via San Giorgio

Dove non sono arrivate le forze dell’ordine, sono arrivati gli abitanti della zona. Fino a poco tempo fa il cortile interno del grande condominio che domina l’incrocio tra via San Giorgio e via Sant’Antonio era uno dei luoghi preferiti dai tossici. Un dedalo di androni bui, a due passi dalla strada, ma nascosti dagli occhi dei passanti. Poi i residenti si sono arrabbiati e oltre a chiamare polizia e carabinieri ogni volta che vedevano qualcuno accasciato davanti al portone di casa, hanno delimitato le zone più nascoste col nastro rosso e bianco. Il risultato è che di tossici, nelle viscere del condominio, se ne vedono sempre meno.

La mappa del “buco”