Da qualche giorno gli ascoltatori di radio Antenna Toscana 1 avranno ascoltato increduli alcuni annunci fatti durante le loro trasmissioni preferite: annunci di una chiusura anticipata della stagione. Come riporta in prima Toscana Oggi, il settimanale della curia pratese, Antenna Toscana 1 chiuderà proprio i battenti il prossimo trenta aprile.
Addio quindi alla radio pratese che a cavallo tra gli anni ’80 e i ’90 ha raccontato la città di Prato e anche il Prato Calcio, diventando ben presto uno dei punti di riferimento dei pratesi, sportivi e non.
La messa in vendita delle frequenze, si legge sul settimanale della curia, è stata decisa lo scorso 20 settembre dall’assemblea dei soci dell’associazione Pro Verbo che ne è proprietaria. In tutti questi mesi non sembra ci sia stato modo di mantenere a Prato le frequenze, visto che la FM 92.600 è già stata venduta a Radio Zeta, un network del nord Italia che cominceremo a sentire anche in città. Rimane lo storico 99.400, che verrà venduto entro la fine del mese.
“È una decisione davvero sofferta – spiega su Toscana Oggi il neo-presidente della Pro Verbo Silvio Buccassi – ma la nostra comunità si trova in un momento delicato da un punto di vista economico. Gli associati, in assemblea, hanno deciso di concentrare l’impegno e gli investimenti in alcune attività ritenute strategiche, come la Casa per ferie “Il Cenacolo” di Calambrone e il nuovo servizio di accoglienza che ospiteremo in via Roma con il trasferimento della Casa della giovane”.
Insomma la crisi, in questo caso di un’associazione legata alla curia cittadina, ha fatto un’altra vittima. Questa volta eccellente e soprattutto in un campo che finora non era stato toccato: quello dell’informazione. C’è quindi un dispiacere doppio nell’apprendere della chiusura di Antenna Toscana 1.
Da una parte c’è un pezzo di storia cittadina che scompare nel nulla. Dall’altra, quella di un organo d’informazione, di uno strumento cioè nato per comunicare, intrattenere e raccontare quello che succede intorno agli ascoltatori, che se ne va. Che mai come di questi tempi ci appare davvero una cattiva notizia.