Marco Magini era un ragazzo durante l’ultima guerra di Jugoslavia, quando i telegiornali raccontavano un conflitto di violenza indicibile, quando, per la prima volta, sentì pronunciare il nome di Dražen Erdemovic. A sua volta solo un giovane uomo.
Più precisamente, un ventenne costretto a combattere una guerra voluta da un’altra generazione, messo davanti alla storia o Storia: quella che cambia i confini, le politiche e le possibilità. Quella che, certe volte, ti porta a dovere prendere una scelta, comunque dolorosa, come in un’antica tragedia greca.
Da qui, da un incontro doloroso, nasce la vicenda di “Come fossi solo” (Giunti), che racconta il più grave dei fatti storici seguiti in Europa alla conclusione della seconda guerra mondiale: la strage di Srebrenica.
Marco Magini è nato ad Arezzo nel 1985. Si è laureato in Politica Economica Internazionale alla London School of Economics. Per motivi di studio e di lavoro ha vissuto in Canada, Stati Uniti, Belgio, Turchia e India. Oggi vive e lavora a Zurigo dove si occupa di cambiamento climatico ed economia sostenibile. Con questo romanzo è stato finalista al Premio Calvino 2013.
“Come fossi solo” racconta un pezzo di storia che non sempre a scuola riceve il giusto tempo per essere spiegato e trattato, e che è giusto non dimenticare. La storia scorre veloce sotto l’occhio del lettore, in modo emotivamente coinvolgente, ripercorrendo pagina dopo pagina il dramma di Srebrenica tramite la voce dei tre personaggi. Una scrittura forte, decisa e intelligente.