MATHARE’
E’ uno slum, una baraccopoli, una bidonville, una favela (c’è un nome in ogni lingua).
Matharè è uno degli slums di Nairobi (Kenia).
Matharè è enorme, conta più di mezzo milione di persone strette in una superficie allungata lungo il fiume che le dà il nome. Numero che cresce quotidianamente, arricchito dai rifiuti umani che la città contemporanea produce e scarica immediatamente.
RIFIUTO
Tutto cio’ che ha concluso il suo ciclo funzionale e non trova più una ragione di esistere in un determinato contesto, e quindi viene messo da parte, con maggiore o minore consapevolezza.
RIUSARE
C’è una triade di parole che definisce la virtù del comportamento sostenibile; la prima è “ridurre”, cioè produrre meno; la terza è “riciclare”, ovvero reintrodurre il materiale di scarto in un nuovo ciclo produttivo.
“Riusare” è la numero due, e significa attribuire ad un oggetto o ad un materiale, nuova identità e nuova funzione, attraverso un’operazione di trasformazione semplice.
MADE IN SLUMS
Un anno fa una mostra con questo nome, organizzata alla Triennale di Milano, attraverso lo splendido lavoro e le fotografie di Filippo Romano e Francesco Giusti, ha messo insieme queste TRE PAROLE, mostrando oggetti costruiti ed utilizzati dagli abitanti di Matharè, prodotti con materiale di scarto, riutilizzato in maniera virtuosa.
Il risultato è sorprendente, soprattutto se confrontato con prodotti di alto livello delle nostre società avanzate, come il popolare secchio per lavare i pavimenti o pentole di design avanzato (knlindustrie.com); se non arriva a spiegare cos’è la bellezza, sicuramente ci sussurra qualcosa di interessante.
(google coord -1.263253, 36.857710)