Politeama in primo piano 2014 chiude martedì 8 aprile con Stevland, un viaggio musicale all’interno del percorso artistico di Stevie Wonder (all’anagrafe Stevland Morris), un progetto di Claudia Tellini e del suo quintetto, formato da Riccardo Galardini alle chitarre, Walter Paoli alla batteria e agli effetti elettronici, Emanuele Parrini al violino e da Nicola Vernuccio al contrabbasso.
Apericena e concerto dalle ore 20.00 (costo 15 euro) – Orario concerto ore 21.15 (ingresso 5 euro).
Stevland muove dai primissimi lavori di Stevie Wonder, come Where I’m coming from (1971), a partire dai quali comincia la sua produzione come artista libero da ogni vincolo stilistico. Stevie compone, arrangia e suona personalmente tutti gli strumenti, nel primo ed almeno negli altri quattro lavori successivi (Music Of My Mind, Taking Book, Fulfillingness First Finale, Innervisions) e continuerà per tutta la sua carriera a suonare il più possibile da solo. La musica, lo stile, il timbro melodioso della sua voce divenuti inconfondibili, tornano a rivivere, nutriti ed arricchiti dal contributo di arrangiamento a cura del maestro Riccardo Galardini.
L’omaggio al grande Stevie Wonder parte dalla rescissione del contratto con la casa discografica che lo lanciò come bimbo prodigio, Motown Records, e tocca brani che troviamo in alcuni album fondamentali ed indimenticabili anche se meno noti al grande pubblico (Where I’m Coming From, Fulfillingness Firts Finale, Music Of My Mind, Innervisions, Taking Book). In queste canzoni Stevie grida la propria insoddisfazione, perché non c’è uguaglianza né solidarietà; i giovani come lui si perdono cercando lo sballo, anziché “educare la propria mente (Do Yourself A Favor, Too High); la classe politica dice “ci penso io”, ma viene a trovare gli ultimi della società, nel ghetto dei neri, solo quando si avvicinano le elezioni (Big Brother, You Haven’t Done Nothing). In altri brani come Living For The City assistiamo ad una descrizione dettagliata della vita miserabile di una famiglia afroamericana che vive “a mala pena per farcela in città”. Ma Stevie Wonder non rinuncia mai alla speranza nelle risorse umane ed offre anche brani solari come Smile Please. Higher Ground e They Won’t Go When I Go parlano invece della consapevolezza che aspira all’illuminazione e della giustizia, almeno dopo la morte. Nella rosa del repertorio figura inoltre un brano mai edito negli album più famosi: Feeding Off The Love Of The Land, un bellissimo lamento per la stoltezza umana che ha prosciugato i frutti della terra; l’umanità prigioniera dei propri limiti non ascolta e non rispetta l’ecosistema che invece continua a fornirci linfa vitale…ma fino a quando?
Stevland nasce da un’idea e da un desiderio di Claudia Tellini che riconosce in Stevie Wonder il suo primo e grande maestro. Tuttavia, tale maestro, nel lavoro di questo gruppo, figura mentre ancora sperimentava in se stesso il malanimo ed i pensieri propri dei giovani che sperano nel miglioramento e nella sostituzione o riparazione di quello che non va, a cominciare dalla critica e dal levare alto il proprio grido; non è il momento della maturità, bensì quello dell’urgenza del messaggio, della richiesta di aiuto e del monito verso chi può cambiare le cose. Il filo intessuto nei testi e gli argomenti da cui essi traggono spunto trovano eco nei testi scelti (Orwell, dallo stesso Stevie Wonder per Big Brother, e Pasolini come scelta di Claudia per Living For The City) per arricchire le riflessioni con esempi illustri e dirompenti; così come dirompenti sono alcuni testi di queste canzoni.
Il lavoro del gruppo sta innanzitutto nel coraggio di cercare un suono caratteristico proprio, diverso dal sound di Stevie Wonder, e pure rispettoso dell’armonia, a partire dal crogiuolo del jazz meno tradizionale, ambiente certamente più aperto alle “deroghe” ed alle sperimentazioni. Il brano Little Brother che collega Look Around a Big Brother, è scritto da Riccardo Galardini; gli arrangiamenti sono del gruppo Stevland che ha consolidato questo lavoro, iniziato nel 2008 fino all’uscita in vinile e in cd del 2013.
Claudia Tellini Nata a Bibbiena (AR) nel 1971, inizia a cantare all’età di 5 anni e prosegue adolescente, partecipando a rassegne e gare canore, in Toscana e Umbria, canta pop e rock, rythm & blues, saltuariamente incide come corista pop; A Firenze, già dal 1994, canta nell’ensemble gospel e jazz Jubilee Shouters, con i quali partecipa anche al Festival di Sanremo. Il gruppo incide per Sensibile Records nel 1997 il CD “Black & Blue” con arrangiamenti di Mauro Grossi, Bruno Tommaso, ma anche brani tradizionali antichi e di musica etnica. Nel ’98 i Jubilee Shouters aprono il concerto dei favolosi Take 6. Lo stesso anno cominciano a lavorare con la direzione di Mauro Grossi, alla suite tratta dall’opera di Gershwin ‘Porgy & Bess’ e Claudia è la voce di ‘Bess’. Il sodalizio con Mauro Grossi prosegue con concerti in duo, quartetto quintetto, ma anche con piccola orchestra e quartetto vocale (S.Manetti, G.Gori, E.Fink/A.Torrini). Con orchestra e coro diretti da Mauro Grossi, interpreta il soprano solista nella suite ‘Sacred Concert’ di Duke Ellington. Sempre con alcuni dei Jubilee Shouters, incide come corista per il gruppo C.S.I. Il primo cd inciso a suo nome è “Valzer in bianco e nero” con classici con arrangiamenti di Maurizio Geri, Nicola Vernuccio e Felice Codacci e brani inediti di Mauro Avanzini con testi di Claudia. Dal settembre 2004 è nello spettacolo prodotto da Paint Factory con Nico Vernuccio, Michela Lombardi e Nino Pellegrini ‘Diverse Voci’ un particolare quartetto con due voci e due contrabbassi, che s’intrecciano all’insegna della libertà di espressione. Dal 2005 collabora con Jacopo Martini (uno dei più interessanti giovani virtuosi della chitarra manouche che il nostro paese abbia conosciuto), tuffandosi in un repertorio fatto di bolero, swing e valses musettes, collegato alla tradizione gitana europea, esibendosi con il gruppo Cantarmanouche (con, oltre a Martini, Aldo Milani, Luca Giacomelli e Nico Vernuccio) che nel 2007 riscuote ovunque calorosi applausi del pubblico. Nello stesso anno comincia anche il duo STAZIONI SONORE, con Nicola Vernuccio al contrabbasso; incide come corista per Maurizio Geri “Ancora un ballo” e lo segue nei concerti di presentazione del cd; di nuovo con Mauro Grossi è la voce dello spettacolo “EDEN” dedicato alla particolare figura di Eden Abez (compositore della celebre ‘Nature Boy’). Ultimo lavoro iniziato nel 2008 è lo spettacolo “Steveland” dedicato a ‘la musica ed il tempo del fervente Stevie Wonder’ che è un focus sui brani degli anni ’70 meno battuti ma con contenuti socio-politici interessanti per la loro sorprendente attualità ed è anche un omaggio dovuto ad uno dei più grandi maestri del canto, che per Claudia è stato il primo punto di riferimento.
Dal trio Tellini-Galardini-Vernuccio, denominato Jazzartrio, prende il volo un’altra formazione che diventa “Jazzartetto” perché al citato trio si aggiunge la flautista Carlotta Vettori. La formazione presenta brani provenienti dal jazz e dalle canzoni popolari europee e sudamericane, Claudia canta in ben 7 lingue diverse (italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, occitano e volgare umbro del XII sec.)