Cosa succede ai giovani pratesi dopo il diploma? Una risposta ha cercato di darla l’Osservatorio Scolastico Provinciale nel suo ultimo report, a cura di Paolo Sambo, presentato in Provincia stamani.
La ricerca prende in esame tutti i 487 pratesi (295 maschi e 192 femmine) che nell’anno scolastico 2010/11 hanno conseguito un diploma tecnico e professionale negli istituti superiori della Provincia di Prato: Datini (140 diplomati), Marconi (38), Istituto d’Arte (20), Dagomari (64), Keynes (62), Gramsci (60) e Buzzi (103). I diplomati tecnici e professionali rappresentano il 42% del totale dei pratesi diplomati nell’anno scolastico 2011/12 (667 sono le maturità liceali).
Poi ricostruisce le loro carriere incrociando le banche dati degli archivi delle comunicazioni obbligatorie dei rapporti di lavoro (IDOL) e dell’Università di Firenze. Al 30 giugno 2013, si scopre che a due anni dal conseguimento del diploma è occupato stabilmente il 37% dei diplomati non iscritti all’università (117 su 319 ragazzi, di cui 21 con contratto a tempo indeterminato e 96 in apprendistato) e che dal diploma al lavoro stabile passano mediamente circa 10 mesi. Il 64% lavora nella provincia di Prato, ma solo il 35% nel comparto manifatturiero (comprendendo anche le costruzioni). La percentuale più elevata di diplomati disponibili al lavoro avviati con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato è raggiunta da Dagomari (63%), poi Buzzi (60%) e Marconi (59%).
Su 487 diplomati, 254 ragazzi (pari al 52%) hanno avuto infatti almeno un avviamento di lavoro nei 24 mesi. Di questi, 46 sono iscritti all’università di Firenze e quindi studiano e lavorano (nella maggioranza dei casi per meno di 3 mesi l’anno). Quindi i 254 hanno registrato 541 avviamenti (oltre due contratti a testa), lavorando in media 177 giorni l’anno.
Però il 71% è con contratto a termine (a tempo determinato, interinale, intermittente, a progetto). Il 47% degli avviamenti avviene fuori provincia, prevalentemente tra Calenzano, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino. Vi è inoltre un elevato ricorso al tempo parziale (37%).
E sono impiegati soprattutto in settori non manifatturieri (commercio 35%, terziario e servizi 18%, alberghi e ristoranti 13%).
A due anni dal diploma tecnico e professionale circa il 25% dei giovani alimenta le statistiche su Neet (giovani che non studiano e non lavorano) e disoccupazione giovanile. Gli ultimi dati a livello regionale sono sotto alla media nazionale ma comunque allarmanti. Nella fascia 20-24 anni in Toscana è disoccupatoil 27% contro il 31,7% a livello nazionale.