Bucco Bay in Tobago!
Wonderful!
Siamo in Bucco Bay, a sud dell’isola di Tobago e siamo in mezzo alla barriera corallina.
Abbiamo nuotato attorno ai coralli tutto il pomeriggio ed é stato fantastico! Non avevo mai visto la barriera corallina nella mia vita! É piena di pesci colorati, di coralli, di colori di tutti i tipi. La Bucco Reef é una barriera semicircolare che protegge Bucco Bay dalle onde oceaniche. C’é una secca subito dopo la barriera che crea una piccola isola di sabbia dove puoi cercare conchiglie e coralli, attorno a questa piccola isola l’acqua é bassa ed é abitata da tanti piccoli pesci che nuotano in branco, poi il fondale scende in picchiata e lì ho visto una tartaruga che nuotava.
I colori cambiano in poche miglia di mare tra infinite sfumature di blu, azzurro, turchese, verde smeraldo. Abbiamo ancorato la barca subito dopo Bucco Bay e la barriera corallina e siamo andati a esplorarla con il gommone.
Attorno a noi ci sono altre barche a vela ancorate e abbiamo fatto amicizia con vari viaggiatori e con le loro storie. Storie di viaggi infiniti attorno al globo, vele, avventure finite bene e male, brama di scoprire e vivere tutto fino in fondo.
Max, per esempio, é un capitano tedesco di 74 anni che viaggia da 23 anni da solo sul suo ketch degli anni ’70: da Singapore é arrivato in Europa passando per Suez, poi ha attraversato l’Atlantico, circumnavigato l’America Latina passando per il pericoloso e affascinante Capo Horn, ha passato vari anni girando tra le isole del Pacifico e poi Australia, India, Sud Africa, Brasile per arrivare di nuovo nei Caraibi…tutto in 23 anni…tutto da quando é andato in pensione. Con il suo ritmo, Damià ed io dovremmo finire questo viaggio in 11 anni e mezzo.
A fianco del ketch di Max é ancorata una barchetta di 7 metri rossa in legno con cime e vele ovunque, parabordi, timone restaurato ingegnosamente e pericolosamente, gommone bucato con remi ottenuti da due pali in legno ciascuno dei quali é legato ad una pinna da sub. Il proprietario si chiama Marco, ha 46 anni, un passato incasinatissimo e un presente da nomade del mare, tanto affascinante quanto contraddittorio. La sua barca cade a pezzi eppure ha attraversato l’Oceano ed adesso é qui. Sta cercando un lavoro per poter raccogliere i soldi per riparare la sua barca.
Ha lavorato come tuttofare in Germania ma é di origine sarda. In Charlotteville abbiamo incontrato 4 ragazzi ventenni che avevano passato 28 giorni su una barca altrettanto piccola, ma non così malandata, veleggiando da Las Palmas de Gran Canaria fino a Tobago. Dormivano sottocoperta sopra le bottiglie di acqua naturale e si nutrivano di pasta, riso e flying fish.
Ogni barca qui é un mondo con le proprie regole e i propri satelliti. E noi, gente che viviamo su queste barche, siamo altrettanti mondi diversi. Tante nazionalità e sopratutto tanti modi diversi di vivere l’avventura del viaggio che abbiamo intrapreso.
Proprio per questo motivo per noi è arrivato il momento di partire da questa barca. É difficile vivere insieme a persone diverse e passare tanto tempo insieme in uno spazio limitato. Adesso siamo diretti con Reinhard a Trinidad e da lì, il 14 Febbraio voliamo a Cuba dove incontreremo la famiglia di Sara, una nostra cara amica del Cile per poi andare in Messico. Vi racconteró presto i nuovi sviluppi!!! (se trovo internet a Cuba vi scrivo da lì, altrimenti vi invio tutto quando arriviamo in Messico).
Marialaura Dolfi