FOTO PINK FLOYD1Un nuovo spazio culturale in centro storico. Un luogo un po’ particolare, metà galleria d’arte e metà fucina creativa inserite in un contesto di grande rilievo storico. E’ il progetto con cui Fonderia Cultart prevede il recupero dell’ex chiesa di San Giovanni in piazza delle Carceri. Un edificio del 1200 abbandonato a se stesso per lungo tempo che al termine dei lavori verrà reso alla città. Abbiamo chiesto a uno dei fondatori, Francesco Fantauzzi, cosa c’è di nuovo all’orizzonte.

Fantauzzi, state ristrutturando la vostra sede. Un bel passo per Fonderia, in tutti i sensi.
“Noi siamo operatori culturali, organizziamo eventi a Prato e in giro per la Toscana. Il restauro dell’ex chiesino di San Giovani segna un passo in avanti nella storia della cooperativa. Abbiamo voglia di sperimentare in modo libero le nostre idee e soprattutto di farlo nella nostra città”.

Perché un luogo come il chiesino di San Giovanni?
“Il chiesino è un luogo simbolico. Per molto tempo è rimasto abbandonato in pieno centro storico. In un momento in cui tutti parlano di degrado e di recupero, ci è sembrato un gesto importante investire in un luogo per rimetterlo a disposizione della città e soprattutto di farlo attraverso la produzione di cultura”.

Produzione di cultura. Cosa ci dobbiamo aspettare dal termine dei lavori?
“Abbiamo delle idee precise e quello che vogliamo fare è mescolare le cose. Da una parte sviluppare un’attitudine commerciale come, per esempio, fornire un servizio di vendita biglietti e promuovere prodotti commerciali legati alla cultura. Sto pensando a show case musicali oppure alla presentazione di libri. Dall’altra invece vogliamo mettere a disposizione lo spazio, che sarà un open space, a chi ne ha necessità e questa è un’ipotesi rivolta soprattutto ad artisti ma anche a compagnie teatrali”.

Per il restauro della vostra sede avete messo in piedi un progetto di raccolta contributi aperto a tutti. Ci spieghi come funziona.
“E’ semplice. Chiunque può contribuire al restauro dell’ex chiesa di San Giovanni in due modi: una donazione classica oppure un prestito garantito dalla nostra banca con un tasso d’interesse massimo del 2,5 %. I nomi di tutti coloro che parteciperanno al restauro del chiesino saranno impressi su un pannello visibile all’ingresso dello spazio”.

E come sta andando la raccolta?
“Abbastanza bene, mancano 21 giorni al termine e siamo molto fiduciosi. Stiamo riflettendo però su una cosa: pensavamo che il recupero di un immobile storico e prestigioso come il chiesino potesse smuovere e coinvolgere anche la comunità pratese. Ma stiamo scoprendo che la maggior parte di coloro che ha contribuito, anche con cifre minime, non è di Prato. E’ di Firenze”.