Giovane avvocato di Rovereto, ma nato a Pisino, in Istria, entusiasta irredentista, disertò l’esercito austro-ungarico per combattere, come volontario per l’Italia, nella prima guerra mondiale.
Il 10 luglio il Battaglione Vicenza, formato dalle Compagnie 59ª, 60ª, 61ª e da una Compagnia di marcia comandata dal tenente Cesare Battisti, di cui il sottotenente Filzi era subalterno, ricevette l’ordine di occupare il Monte Corno (m 1765) sulla destra del Leno in Vallarsa.
Fatto prigioniero assieme a Cesare Battisti il 10 luglio 1916 fu con lui condotto a Trento, processato e condannato a morte per alto tradimento.
La sentenza fu eseguita tramite impiccagione (trattamento riservato dagli austriaci a tutti i disertori e/o traditori caduti nelle loro mani) alle 19.30 del 12 luglio 1916 nella fossa del Castello del Buon Consiglio.
Ad Arzignano, paese del quale fu ospite prima di partire per il fronte, gli è stato dedicato un monumento alla memoria.
Per il suo eroismo in combattimento e il suo coraggio nel supremo sacrificio, gli viene concessa la Medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione:
Nato e vissuto in terra italiana irredenta, all’inizio della guerra fuggì l’oppressore per dare il suo braccio alla Patria, e seguendo l’esempio del suo grande maestro Cesare Battisti, combatté da valoroso durante la vittoriosa controffensiva in Vallarsa nel giugno-luglio 1916. Nell’azione per la conquista di Monte Corno comandò con calma, fermezza e coraggio il suo plotone, resistendo fino all’estremo e soccombendo solo quando esuberanti forze nemiche gli preclusero ogni via di scampo. Fatto prigioniero e riconosciuto, prima di abbandonare i compagni, protestò ancora contro la brutalità austriaca e col nome d’Italia sulle labbra, affrontò eroicamente il patibolo
Fonte: Wikipedia