Spelling personale di un mese in Italia #1
(per un enciclopedismo attivo)
A.D. 2013, dopo quasi otto anni che non trascorrevo più di 20 giorni là
A – Amnistia: La cartina di tornasole del livello di considerazione che l’attuale classe dirigente ha delle capacità intellettive dei cittadini. Rimane la vaga speranza che stiano giocando col bastone e la carota per arrivare alla decadenza del Berla, rimane il consueto timore che anche stavolta non sconterà alcuna pena.
B – Benvenuto: Come Benvenuto Cellini. Perseo con la testa di Medusa varrà per sempre la pena di ogni viaggio in Italia. Da Piazza della Signoria mi scuote e commuove d’ovunque ci pensi. Credo che nel piedistallo si custodiscano ampolle con le essenze delle parole prima di ogni travisamento o usurpazione, come ad esempio Leggerezza, Compassione, Etica. Un giornò quando Perseo riprenderà il volo, esse si libereranno nell’aria per poi ripiovere giù, nella terra e nel mare, e nutriranno viti e ulivi, gamberi e cozze. Ne mangeremo tutti, saremo civili e ci comprenderemo meglio. Poi Batman e Superman, insieme ad Alice…
C – Comunque: l’intercalare più diffuso del paese. Coscientemente o meno. Non so se esprima ostinazione o rassegnazione, ma se ne fai un nome, verrebbe “comunquismo”, e non sembra niente di buono. Attestata anche la forma abbreviata “cmq”.
D – Dio: a volte penso che esista solo qui, più precisamente solo in parrocchia, esattamente nel buco della pala di Santi di Tito dove luccica l’icona della madonna incoronata. (“quel che dio toglie, la madonna lo restituisce” cit. Roberto Bolaño, “2666”)
E – Estate: dopo la defezione delle mezze stagioni ha vinto lei: è continuamente estate, anche quando nevica e fa freddo. Tutti costantemente in vacanza, anche se non in ferie. Una festa infinita e inclusiva, mentre tutto intorno brucia e secca.
F – Fiorentina: sembra impossibile a me che lo scrivo, tuttavia in esilio, la squadra del cuore è un baluardo delle proprie radici. Poi la mia gioca proprio bene, rappresenta la nouvelle vague del calcio italiano e in più non vince mai nulla: amore disinteressato, una virtù.
G – Giovani: inteso come Punto Giovani Europa, che per me è il carissimo Franz, colui che tra le varie cose, mi ha spiegato che “è importante che una società riconosca la gioventù come età specifica e non transitoria, aprendo così se stessa alla possibilità di essere messa in crisi, in discussione, garantendosi una dinamicità vitale, perchè creativa” . Un’epoca dell’esistere di cui tutelare la selvaticità.
H – Acca: perchè è muta ma decisiva, come avrebbe fatto notare Rodari tra “ho” , “o” e “oh” c’è una bella differenza. E perchè muti ci sentiamo tutti in questo proliferare di partecipazione diretta. Costantemente davanti a dei bottoni di cui sceglierene uno. Senza dibattito. Senza contraddittorio. Non ci si capisce un’acca, appunto.
I – Immigrati: categoria di cui faccio parte io stesso. Dicono ce ne siano tanti: e allora? Il libro che leggevo otto anni fa, andando in esilio, si intitolava “Un tessuto di mille colori”. Parlava di un concetto di identità fondato non su caratteristiche uniche e fisse (il che è un lascito delle ideologie razziste) ma sulla combinazione di tratti diversi. L’immagine con cui rappresentava quest’idea era quella dei tappeti andini, tessuti con combinazioni di colori sempre diverse eppure sempre riconoscibimente andini. Ugualmente sotto questa lettera c’è ius solis: una cosa ovviamente giusta.
L – Lecce: la prima città italiana che mi ha chiamato a lavorare. Ai cantieri culturali Koreja, stabile d’innovazione del Salento. Un teatro che lotta per combattere la stupidità. Un lavoro sul territorio impressionante. Un esempio, secondo me. Immaginatevi se a Prato, invece di mandare a spasso l’esercito, si fossero fatti spettacoli teatrali con gli stranieri per gli stranieri, in cui si recitavano i dissidenti cinesi, o si riproducevano in forma di flash-mob le manifestazioni della primavera araba. Nelle fabbriche abusive. Nelle piazze dello spaccio. E nei teatri, ovviamente.
M – Marina di massa: dove vado al mare. Una mattina, quest’estate, un uomo è uscito di casa all’ora di pranzo, ha inseguito un tizio in bicicletta, gli ha sparato sei colpi, poi è entrato in un ristorante con stabilimento balneare, ha sparato e ucciso una donna, quindi è uscito sul marciapiede e si è fatto saltare il cervello. Questà è la temperatura massima della società di oggi. Se poi ci mettiamo a leggere le notizie in merito all’accaduto, capiamo che l’evento è poco straordinario.
N – Nessuno: come “nessuno è profeta in patria”.
[Continua]