Nessuno scontro con la Pergola di Firenze. Ci tiene a precisarlo il presidente del Metastasio Umberto Cecchi, durante la presentazione di Contemporanea Festival, svoltasi stamattina. La precisazione arriva in merito agli articoli pubblicati ieri dalla stampa locale. La notizia riportava un’intenzione da parte del teatro fiorentino di “scippare” la stabilità al Met. Umberto Cecchi puntualizza “Nessuno sta cercando di portar via la stabilità al nostro teatro, è semplicemente che a Firenze si stanno preparando ad un lavoro molto più intenso, a lunga distanza, che vedrà la realizzazione un pool di teatri, che cercheranno di diventare un teatro stabile si, ma di tipo privato”. Il presidente prosegue: “Si è parlato di Pergola come il teatro che la fa da padrona, ma in realtà è un’analisi proiettata nel futuro. Il teatro ha vissuto le dimissioni dell’Eti e la trasformazione in Fondazione, con un grosso aiuto da parte dell’amministrazione fiorentina, che ha fatto benissimo, perché è un teatro da salvaguardare quello”.
Non manca una frecciatina però, all’assessore alla cultura di palazzo Vecchio Sergio Givone: “l’assessore di Firenze è un filosofo, quindi filosofeggia, ultimamente sull’argomento: quando ammette, per esempio, che il Comune di Firenze vuole fare della Pergola un “teatro nazionale”. Ora dovrebbe spiegarci cosa intende con questa dicitura, anche perché se si potesse ipotizzare una figura del genere, io inquadrerei solo due teatri in Italia: Il Piccolo di Milano e il Teatro di Roma”. Poi Cecchi ritorna sulla questione: “nei prossimi anni, si arriverà a ristabilire il riassetto del teatro in tutto il Paese, e vedremo cosa succederà ai teatri stabili. Secondo me finirà come è successo per gli ospedali: i grandi teatri restano, i piccoli spariranno o vorrenno sistemati in altri luoghi. La Pergola quindi, secondo me, sta cercando di allargarsi, per questo motivo”. E continua “Non c’è uno scontro. Il Metastasio deve alla Pergola, con l’alluvione del 1966 il fatto che qui si spostò tutta la loro rassegna, che permise a questo teatro di diventare quello che è oggi. Nessun dualismo, noi continuiamo a fare il nostro lavoro, la Pergola continui a fare il suo”.