Giovanni Nuti, fratello di Francesco Nuti, ha pubblicato poco fa sulla fanpage ufficiale del regista pratese un post in cui se la prende con chi critica quanto sta facendo per il fratello Francesco e invitando, più che altro, produttori e registi a farsi avanti per aiutarlo a realizzare “Olga e i fratellastri Billi”.
Dopo la riemersione dal coma di mio fratello, in occasione del suo riaffacciarsi in pubblico, un suo amico dichiarò che “Certe scelte che ha fatto la famiglia [leggi il sottoscritto], come quella di essere ospite in tv, personalmente non mi riguardano. Sono scelte che probabilmente nascono dal desiderio di normalizzare una situazione che normale non è più”. Ho riflettuto a lungo sulla crudezza sciocca, moralista e piccolo-borghese, di queste parole. La prima considerazione la feci a caldo: evidentemente l’amico non crede che Francesco abbia una volontà – è un poveraccio che non parla, costretto in carrozzina! La seconda considerazione la faccio adesso: quando Wenders aiutò Antonioni a girare il suo ultimo film, dopo l’ictus che gli aveva tolto completamente il linguaggio, tentò di normalizzare un disgraziato? Oppure ebbe il coraggio – dei grandi – di aiutare un grande? Io dico che ebbe il coraggio morale di aiutare un grande amico. Perché, ricordiamoci, la “nostra città” è Atene, non Sparta dove si gettano dalle mura i figli deformi. Allora, qualche produttore e qualche regista coraggiosi si facciano avanti, non abbiano paura, anzi pensino che l’occasione sia buona, e aiutino mio fratello a realizzare Olga e i fratellastri Billi, un film di Francesco Nuti. Il pubblico ringrazierà, ne sono certo. [Giovanni Nuti]