Buonista. E’ uno degli aggettivi che i pratesi stanno usando di più nell’anno solare 2013. E’ sulla bocca di tutti, per un motivo o per l’altro. Soprattutto vi vengono indicati, in termini dispregiativi, coloro che per una ragione o per l’altra riflettono sulle alternative, oppure rifiutano in toto il pugno di ferro che i più vorrebbero venisse adottato per risolvere tutti i problemi cittadini. Da quelli, diffusi, legati alla criminalità fino all’ immigrazione e al degrado. Benvenuti a Prato.
Cinesi. L’immaginario pratese è pieno di ombre minacciose, la maggior parte delle quali ha gli occhi a mandorla. A Prato, i cinesi sono il Male. Sono gli usurpatori di un benessere legato al tessile, e col tessile affondato, che non tornerà mai più. Nonostante tutto, nonostante cioè quel lungo processo d’integrazione che vive nelle scuole pratesi e le altre forme di convivenza che li mostra in tutta la loro normalità, compresa la poca inclinazione al rispetto delle regole, il sogno proibito dei pratesi è di farli tornare tutti a casa loro. A prescindere, benvenuti a Prato.
Degrado. Tutto ciò che rientra nel non meglio precisato protocollo cittadino per l’ordine e la pulizia. Dagli escrementi di cani al bivacco dei nigeriani, dalla potatura degli alberi ai tossici che si trascinano in via Magnolfi fino ai crocchi di giovani che di notte popolano il centro storico, ogni giorno la parola “degrado” è tra le più lette, pronunciate e abusate. Benvenuti a Prato.
Immigrati. Gli immigrati pratesi sono delinquenti. A occhio lo pensa più o meno un pratese su due, senza far distinzioni di nazionalità. A supporto di questa tesi, ogni giorno i giornali riportano con dovizia di particolari dinamiche di scippi, risse e rapine portate a termine da non italiani. Cronache che riflettono anche la mancanza di forze e di strumenti adeguati al contrasto della criminalità cittadina. Benvenuti a Prato.
Politica. E’ tutta nella giornata di oggi. Quella in cui il Partito Democratico deciderà le sorti di Caterina Marini, il consigliere che ha augurato pubblicamente la morte agli extracomunitari (poi s’è pentita), scegliendo se adottare la linea morbida (sospensione) caldeggiata da alcuni esponenti del partito, oppure quella dura (espulsione) promossa da altri (mentre i più tacciono per precauzione). Tutto questo dopo che la stessa maggioranza di centrodestra, che cavalcando tra le altre cose gli umori anticinesi ha vinto le elezioni, ha invitato alcuni suoi componenti a non aprire le porte alla consigliera qualora venisse espulsa dal Pd per non veder accostato il termine “razzismo” al governo della città. In un momento in cui anche la Lega di Maroni non ci pensa due volte a condannare le esternazioni razziste di una propria consigliera (annunciandone l’espulsione dal partito), benvenuti a Prato.