“Un pezzo salato e una spuma bionda”: colazione d’altri tempi? Ma cos’è la spuma che da queste parti troviamo (fortunatamente) in tutti i bar e in alcune parti d’Italia è emerita sconosciuta? La Spuma, bibita da sempre low-cost, dal gusto frizzante ed unico, per molti, vuol dire risvegliare sapori sopiti di antiche memorie. C’è chi la beveva all’oratorio (come canta pure Elio e le storie tese con la sua “spuma da 100“), al baretto prima di entrare a scuola o per spezzare la giornata di lavoro o ancora chi la mischiava con la birra durante una partita a carte al “circolino”. Prende il suo nome da una pseudo italianizzazione del termine anglosassone “soda” che sta ad indicare qualsiasi tipo di bevanda frizzante a base di zuccheri, senza specificarne la proprietà. Mai sparita dai bar del centro-nord Italia, riscuote da generazioni intere sempre grande successo, sopravvivendo all’avvento della Coca-Cola zero, della Red Bull e simili. Quella di oggi è la seconda giovinezza per la spuma (semmai è finita la prima). La “bionda” è l’originale, la regina, ma si può trovare anche in versione “nera” (soprattutto nel nord-est), ai gusti cedro, arancio (da non confondere con l’aranciata) e ginger. I feticisti della spuma avvertono anche dell’esistenza di una “bianca”, simile al sapore della gazzosa.
Quando è nata la spuma? La “nera” ha un anno di nascita preciso, il 1938: introdotta da Antonio Verga, comasco, fondatore della “Spumador”, ne scrisse una ricetta partendo dall’infusione di 17 aromi differenti, che ancora oggi rimangono segreti come gli ingredienti della Coca-Cola.
Quella “bionda” sembra sia nata nella seconda metà dell’ottocento, e seguito di esperimenti che qualche anonimo oste faceva con le prime miscele di gazzosa. Gli ingredienti e il gusto di questa bevanda sembra nascano dall’infusione dell’uva sultanina, miscelati insieme ad altri aromi (viene detto, tutti di origine naturale), con l’aggiunta del caramello. Ma per molti versi, come nel caso di quella nera, la ricetta originale è misteriosa, tutelata dalle aziende che la producono. Le altre (cedro, arancio, ginger) hanno un’età, e una data di nascita, ancora più fumosa.
Marche fondamentali produttrici di spuma
Spumador, Palamidessi, Baldacci & Luperi, Ravazzani, Paoletti, Neri, Feja, Frizza, Bianca Bracardi, Salus, Whurer, Bargellini, Taccolini.
Slongan storici:
Neri “Se ne bevi ne-ri bevi”.
Giommi “Apri l’occhio, bevi Giommi”, con il Sig. Bonaventura che strizza l’occhio.
Forse non tutti sanno che:
– Negli anni ’50-60 esistevano cocktail a base di spuma: il più celebre era il Su e Giò, a base di vino rosso e spuma nera.
– Leggendo alcuni forum al femminile (n.b. non dottori), viene consigliata durante la gravidanza, in caso di nausea.
– Oltre a Elio, come già citato, la cita anche Ivan Graziani in “Signora bionda dei ciliegi”.