Là dove non riuscirono spaccio e degrado, sono riuscite, per quanto legittime, certe norme condominiali. Così uno degli ultimi negozi arrivati in via Magnolfi, la porta d’accesso al centro storico dalla stazione Al Serraglio, ha deciso di andarsene da un’altra parte.
Sulla vetrina di Cibino Take Away campeggia il cartello “vendesi”; dentro poi, l’umore non è certo dei migliori. “Stiamo facendo di tutto per non andarcene da via Magnolfi e dal centro storico, speriamo solo di trovare il posto giusto” dice la titolare Giusi Puggelli, arrivata in via Magnolfi nel gennaio 2012. Da allora, i dieci metri quadrati (stima forse lusinghiera) del locale sono diventati uno dei punti di riferimento per tutti gli amanti del tofu, dei prodotti di stagione, delle centrifughe, della pizza e della cucina sana in generale.
Il motivo reale della loro partenza è una querelle condominiale legata all’orario di chiusura – la piccola galleria dove si trova è infatti privata e chiude alle 20 – e alla possibilità di occupare lo spazio antistante il locale con alcuni tavolini, che secondo gli accordi contrattuali non è permesso. Giusi Puggelli però non vuole parlare di questo. Vuole parlare di via Magnolfi e di un concetto preciso: cosa secondo lei significa fare il ristoratore in centro storico.
E’ cominciato tutto qualche mese fa. “Ad un certo punto ci siamo accorti di avere un discreto successo ma che i nostri clienti, invece di prendere il cibo e andarsene come avevamo pensato, preferiva mangiare qui da noi – racconta – Così adesso siamo costrette ad andarcene perché non possiamo sgarrare sulle 20 e non possiamo mettere tavolini di 40 cm davanti alla nostra porta. E io non voglio andare via: non solo perché in realtà non abbiamo particolari esigenze di spazio ma perché sono innamorata di via Magnolfi e del centro storico. E tornando indietro non cambierei nessuna delle scelte che ho fatto”.
Via Magnolfi, basta leggere le cronache dei quotidiani pratesi, è da anni una strada problematica. Dove non sono mai mancate le risse e dove lo spaccio, specialmente da qualche anno a questa parte, la fa da padrone. Nonostante sia una delle vie d’accesso privilegiate al centro storico di Prato.
“In questa strada ne vediamo ogni giorno di tutti i colori: spaccio, risse, gente che vomita ovunque – racconta infatti la titolare di Cibino – ma non importa, noi come altri ci abbiamo fatto il callo, abbiamo chiamato decine di volte la polizia e i carabinieri e adesso nessuno ci dà più fastidio. Perché quello che più importa è che in mezzo ai tossici e agli spacciatori, ci sono anche persone normali. E’ più ce n’è, più la zona è piacevole, bella da frequentare e viva. Ci sono i ragazzi dell’Università, i pendolari della stazione, gli abitanti della zona”.
“Per queste persone, noi e altri negozi siamo diventati un piccolo punto di riferimento. Questo ci rende felici ma mi sembra anche una cosa importante per la strada nel suo complesso – continua – in giro è meglio avere persone normali che persone pericolose, o no? Ecco, tutto qui. Penso che via Magnolfi potrebbe diventare migliore in poco tempo se ci si sforzasse di ragionare con un po’ di flessibilità e si riconoscesse almeno lo spirito d’iniziativa di chi, in questo periodo, s’è buttato in un’impresa senza sapere come sarebbe andata”.
Un po’ di rabbia, un po’ d’indignazione. Niente rassegnazione. “La verità è che il centro è un posto dove è possibile vivere bene e che piace a tanta gente – conclude – Ogni giorno parlo con decine e decine di persone che non abitano a Prato. Non ce n’è uno che non confessi quanto gli piaccia la vita che c’è in centro storico. Ecco, sarei curiosa di sapere perché non piace ai pratesi”.
Aggiornamento: Cibino non lascia, raddoppia.