Oramai in città è una star. Lo riconoscono, lo fermano al bar per fargli le foto o per chieddergli un autografo. E’ Francesco Guasti, classe 1982, che in questo momento sta partecipando al nuovo talent show di RaiDue “The Voice“. Ci siamo andati a prendere un caffè per conoscere meglio il cantante che, con la propria voce, ha incantato Piero Pelù.
Entriamo nel bar e un uomo lo saluta, gli fa i complimenti e dice “Allora? Quand’è la prossima volta che dobbiamo votarti?”. Francesco è timido di natura, sorride e un po’ imbarazzato dice “a fine Aprile, nella fase finale del programma”. Ci sediamo “E’ incredibile e stranissimo come apparire due volte in televisione possa permettere tutto questo – dice – Alle persone che mi domandano e chiedono, dico: ho avuto la fortuna di partecipare a questo programma, ma non ho fatto niente di straordinario né ho vinto qualcosa. Potrei essere qualsiasi altra persona”.
Iniziamo dall’inizio: la passione per la musica. “Ai tempi delle medie militavo nei Head Shinker, facevamo grunge. Sono sempre stato amante del rock casinaro. Poi crescendo ho suonato nei Supernova. Suonavo la batteria e cantavo, poi mi son detto: qui o sei Stefano D’Orazio dei Pooh che riesce a fare le due cose insieme, o forse è meglio se mi impegno su una cosa sola. E decisi di lasciar perdere i piatti. Adesso canto nei Fuori Tempo Massimo, band pop rock con brani scritti da noi”.
Come sono arrivato a The Voice. “Dopo una serata coi Fuori Tempo Massimo al Keller – racconta Francesco – il proprietario, con il quale ci conosciamo da anni, mi propose di mandare alcuni miei provini a questo format che stava cercando delle voci nei locali, scuole di musica, etc. Provai, fui preso alla prima selezione. Poi andai a Milano dove, davanti ad una commissione, ho proposto cinque canzoni a cappella: ho cantato Acdc, Pino Daniele, Francesco Renga, Coldplay e Radiohead, per poter dare l’impressione di essere un cantante dalle ampie vedute, aperto ad affrontare canzoni dei vari generi. Perché in realtà è così che sono anche i miei gusti musicali: larghi, spaziano dall’hard rock alla melodia italiana. Sono stato preso a quel provino, ne ho fatto un altro e alla fine sono andato in trasmissione. Il resto lo conoscete”.
Francesco non ama molto i talent. “Penso che alcuni peschino ragazzi troppo giovani, con belle voci e sicuramente talentuosi, ma senza le spalle (possiamo chiamarle cosi?) di chi, come umilmente io, sa cosa vuol dire esibirsi in un locale, magari davanti a 10 persone. Però, indubbiamente, permettono a chi vorrebbe fare questo mestiere una visibilità inimmaginabile: basti pensare che in due apparizioni televisive, le mie esibizioni sono state viste da 7 milioni di persone. Quante serate nei locali mi ci vorrebbero per arrivare a questo numero? Altra cosa è che a The Voice c’è la musica dal vivo, a differenza di altri show. E soprattuto, questa esperienza mi è servita per entrare in contatto con tantissimi altri ragazzi che provengono da tutta Italia. Mi sono confrontato ed ho capito come per esempio la mentalità al sud d’Italia sia diversa da qui per chi vuol far questo mestiere. Una su tutte? Laggiù ti pagano senza chiederti quante persone porti nel locale”.
L’amore per Pelù. Se Francesco dovesse indicare alcuni dischi fondamentali per lui non avrebbe dubbi: Back in black degli Acdc e la Trilogia dei Litfiba. “Mi ricordo di un concerto a Prato dei Litfiba negli anni 80: io ero piccolo e mi portò mio fratello maggiore. Era uno dei miei primi concerti e rimasi innamorato dalla forza sul palco di Piero: inutile dire che quando mi si è presentata l’occasione di lavorare con lui, non ci ho pensato nemmeno mezzo secondo”.
Adesso Francesco si divide tra Prato, Pistoia (dove vive) e Milano, dove ha iniziato a lavorare con la squadra di Pelù per la preparazione alla parte finale di The Voice, dove saranno rimasti soltanto in otto i concorrenti in gara, con serate in diretta e scontri a colpi di note musicale. Finita la chiaccherata, prima di salutarci, il nuovo rocker pratese, ci ha regalato questo scatto.