Un’autostrada lunga 25 km attraverserà Londra. Solo che non sarà percorsa dalle auto ma dalle biciclette. Il progetto, presentato all’inizio del mese dal sindaco di Londra Boris Johnson, prevede una corsia preferenziale per i ciclisti che attraverserà l’intera città e molte altre strade dedicate nei sobborghi limitrofi. Costo dell’operazione un milione di sterline e dieci anni per completarlo.
L’autostrada per biciclette e le piste ciclabili in generale stanno diventando una cosa molto seria in Europa. Soprattutto, la bicicletta sta diventando un modo concreto ed efficace di pensare forme alternative di mobilità in un momento di profonda crisi economica.
I campioni di questa filosofia sono naturalmente i paesi del nord Europa. In Olanda, dove sono un passo avanti a tutti e da molto tempo, la bicicletta non solo è un mezzo di locomozione privilegiato ma è fatta oggetto di attenzioni che in Italia rischierebbero di suscitare il sorriso (piste ciclabili riscaldate).
Il pragmatismo che la contraddistingue ha permesso invece alla Germania di mettere all’ordine del giorno una vera e propria autostrada per ciclisti. Larga cinque metri e lunga 60 km, dovrebbe collegare Dortmund a Duisburg e correrà, in pianura, proprio accanto all’autostrada vera e propria.
Nel 2012 in Danimarca è stata inaugurata la prima di 26 strade veloci per ciclisti. Lunga poco meno di 20 km, offre anche aree di servizio per le riparazioni e semafori.
Oltre oceano, è invece Minneapolis la capitale indiscussa delle due ruote con i suoi 260 km di piste ciclabili.
In Italia, da qualche tempo a questa parte è Torino la capitale della mobilità ecosostenibile. Prato, invece, occupa l’ottavo posto del sesto rapporto Euromobility 2012 (pdf) mentre è scesa all’ultimo dei 50 posti in graduatoria per quanto riguarda il trasporto pubblico. E le piste ciclabili? Sono sempre meno dice il rapporto.
Due risultati negativi che non si sposano molto bene con la crisi che la città sta attraversando da tempo.